La figura di Giuseppe Parini, autore eminente già presso i suoi contemporanei, è oggetto nell’Ottocento di un processo di trasfigurazione e idealizzazione letteraria, quasi di mitizzazione, che ne farà il padre nobile degli ideali delle nuove generazioni romantiche e risorgimentali.
Dedicato alla moda nella sua prima redazione, Il Giorno è l’immagine di un’epopea che è ormai diventata impossibile nell’epoca moderna: gli eroi antichi hanno lasciato il posto a un giovane nobile inetto, la cui esistenza, come quella della classe sociale che egli incarna, è celebrazione della vacuità e dell’effimero.
Da Foscolo a Leopardi, e fino a Manzoni, il Romanticismo italiano costruisce e consolida l’immagine di Parini come maestro, modello venerando di virtù ed esempio di «animo forte e grande».
Al di là dell’immagine mitizzata del Parini padre nobile della generazione romantica, esiste una più profonda e rilevante eredità pariniana: il dispiegamento vigoroso delle potenzialità dell’endecasillabo sciolto, che egli offre alla tradizione maggiore della poesia italiana.
L’endecasillabo sciolto pariniano inaugura una linea di tradizione che arriva fino al Novecento e ad una poesia che muove dal rifiuto della rima, sentita come forma ormai desueta e svuotata di senso, per poi tornare a confrontarsi, su questo punto, con la tradizione, ma con una venatura di ironia.