Rivendicando il valore delle dimostrazioni fondate sulle osservazioni e sull’esperienza diretta anziché sull’autorità filosofica, Galilei segna la nascita della scienza moderna.
Nel 1610, nel Sidereus nuncius, Galilei pubblica i risultati delle sue prime osservazioni astronomiche condotte con il cannocchiale: la superficie della Luna si rivela rugosa come quella della Terra, che a sua volta ruota intorno al Sole.
Nel 1632 Galilei pubblica il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, che prelude alle vicende del processo e dell’abiura. Di nuovo, ma questa volta in italiano e non in latino, vi afferma i principi del metodo scientifico.
Molti viaggi lunari avevano attraversato la fantasia dei letterati e degli artisti, ma Galilei, grazie al cannocchiale, è il primo a compiere, a suo modo, un viaggio sulla Luna che non non più solo immaginario.
Oggetto mitico, distante, desiderato e temuto, la Luna è infine conquistata dall’uomo il 20 luglio 1969. Essa diventa allora, per l’uomo moderno, fin troppo familiare, eppure mantiene qualcosa della divinità inavvicinabile.