Goldoni, «Galileo della nuova letteratura» secondo la definizione di Francesco De Sanctis, stabilisce una diversa relazione del teatro con la realtà, improntata non alle brillanti invenzioni della fantasia, ma all’osservazione del reale.
Partito dall’esperienza delle maschere, Goldoni se ne distacca per rimettere al centro del suo teatro l’autore e il testo; e con la messa in scena di personaggi complessi quasi anticipa il grande romanzo realista dell’Ottocento.
La borghesia veneziana è il vero protagonista delle più riuscite commedie di Goldoni, che ad essa guarda con occhio di fine antropologo, anche in testi come quelli della Trilogia, che si ambientano per lo più lontano da Venezia.
L’intera vicenda sviluppata nelle tre commedie della Trilogia ruota attorno al personaggio complesso di Giacinta, nel quale si fronteggiano e si scontrano la frivolezza apparente della giovane borghese e un radicato senso del dovere.
Con occhio di osservatore acuto degli uomini e dei fenomeni sociali, Goldoni rappresenta la villeggiatura come spazio e tempo dell’allentamento della pressione della norma sociale, che si apre però alla dissipazione.
Presente nella Trilogia e sempre più rilevante per la società settecentesca, guadagna una posizione di rilievo il tema della moda, sul quale ragioneranno grandi autori e pensatori della modernità, fino nel pieno del Novecento.