Lontana dal Furioso, la Gerusalemme liberata si colloca alla fine di una tradizione, in un mondo in cui nessuna armonia appare ormai possibile e gli opposti entrano in una dialettica priva di conciliazioni.
Tasso vive in un mondo in cui i conflitti si sono acuiti ed estremizzati, e il richiamo alla luminosità e armoniosità delle forme classiche ha lasciato il passo all’articolata visione manierista. Il poema epico-cavalleresco ha ormai esaurito le sue possibilità.
Alla straordinaria fortuna figurativa della Gerusalemme liberata si accompagna la fortuna musicale del poema, le cui radici affondano nella musicalità stessa della scrittura tassiana.
Claudio Monteverdi mette in musica il poema perseguendo la massima aderenza al testo, attraverso note e armonie mimetiche rispetto alla parola poetica, ricorrendo anche a soluzioni inedite e rivoluzionarie.
Per la musicalità della lingua Tasso sarà autore tra i prediletti di Rousseau, mentre Leopardi vi riconoscerà il poeta malinconico in cui s’incarna il tema della noia.