Angelica entra fuggendo nell’Orlando furioso, inseguita da tutti i paladini del mondo: l’intera tradizione cavalleresca. Ma questa fanciulla non è più quella della tradizione: emergono in lei tratti selvaggi e inquietanti.
Il Furioso è un poema di movimento e di inseguimenti, di fughe e di riapparizioni improvvise, in cui i cavalieri percorrono il mondo, sulla cui scacchiera si incociano, si ostacolano e si scontrano.
La follia di Orlando, impazzito per amore, è un elemento di novità nella tradizione cavalleresca, ma presto diventa essa stessa memorabile, nuova tradizione, come dimostra la follia di don Chisciotte, imitatore di Orlando.
Come il mondo, il poema è un labirinto, in cui il movimento zigzagante dei cavalieri si riflette anche nella scrittura, essa stessa labirintica ed errante, cosicché l’autore può ironicamente identificarsi con il suo protagonista.
Sulla Luna Astolfo volerà per recuperare il senno di Orlando, ma l’Orlando furioso non è che una tappa del nostro immaginario lunare, nel quale invenzione poetica, osservazione scientifica, fantasia e realtà si incontrano.